giovedì 30 maggio 2013

Eroi senza tempo

Non sopporto che la maggior parte dei bambini passi la gran parte del tempo libero davanti ai giochi elettronici. Eppure questo è ciò che, pare, accada nella maggior parte dei casi.
Ma serve davvero che dica quanto sono dannosi?
Io, ai miei alunni di prima elementare, leggo delle storie, da un libro senza figure. Loro apprezzano, chi più chi meno e intanto mettiamo un piccolo mattoncino nel progetto di costruire una bella mente forte, capace di ascoltare e mantenere alta l'attenzione anche quando a un suono non si accompagna un'immagine e mettere in moto la fantasia.
È bellissimo leggere storie ai miei bambini...quest'anno ho iniziato tardi perchè con tre cuccioli appena arrivati in Italia mi era difficile pensare a letture così semplici da risultare chiare e gradite allo stesso tempo, ma ora il livello di comprensione è notevolmente migliorato e con un colpo di fortuna ho trovato il libro perfetto.
" Mille anni di storie incantate."
Un libro che è una raccolta delle fiabe più famose da tutto il mondo, adatte, per lunghezza, a bimbi di età diverse e a momenti più o meno dilatati.
Ricordo che all'università il corso di Letteratura per l'Infanzia era stato uno dei miei preferiti e mi porto ancora dentro molti degli insegnamenti che ne ricevetti.
Così riesco ora a stilare qui un mini decalogo,  sperando di fare cosa gradita.

1 - Leggete per i vostri bambini e godetene. Leggere ad alta voce, insieme, genera un'esperienza di condivisione emotiva molto forte e positiva, che i bambini ricorderanno per sempre. (La mia mamma leggeva spesso per me e mia sorella! <3)
2 - Scegliete libri che piacciono anche a voi e, se leggete fiabe, non fatevi abbagliare dalle versioni di Walt Disney o riadattamenti che utilizzano personaggi di moda tra i bambini attualmente: si perderebbe l'altissimo valore formativo che possiedono. Le fiabe, infatti, hanno un linguaggio segreto di sublime bellezza e di arcana forza, che è racchiusa negli archetipi di personaggi, luoghi e avvenimenti all'interno della narrazione. Le fiabe raccontate alla Disney banalizzano i personaggi, le vicende, le atmosfere e mentre si pensa di proteggere (vien da ridere, per altro, se si pensa a cosa sono esposti i bimbi) i piccoli dai particolari truculenti e macabri di cui le vere fiabe sono gremite, gli impediamo di sperimentare, ripetere e completare quel processo di immedesimazione con l'eroe, con la sua paura, con i suoi obiettivi che, non a caso, termina sempre col trionfo del bene.
Le fiabe lavorano sul bambino nell'ombra dei suoi pensieri più oscuri, delle sue paure più profonde e dei desideri più reconditi, a livello totalmente inconscio: con la vicinanza della mamma e/o del papà che leggono con lui e con la forza dell'immaginazione, il bambino vive più e più volte il passaggio dalla paura di una situazione complicata al punto da sembrare tragica al lieto fine e, credendo di aver semplicemente accompagnato il suo personaggio preferito a sconfiggere un drago, uccide i suoi demoni personali e sale un gradino importante nella costruzione di un "Io" sicuro.

3 - Non legate il leggere a premi, punizioni o attività didattiche, passereste il messaggio che la lettura è funzionale ad uno scopo altro ed estraneo che chi legge vuole convincere a perseguire; questo vanificherebbe il leggere insieme perchè sarebbe percepito come "tempo concesso per un tornaconto". Cosa ancora più importante, però, leggere non deve avere nessun altro scopo se non godere di qualcosa di bello, è un'attività di puro, meraviglioso godimento estetico che, nel piacere stesso, realizza la sua più alta funzione e l'unica per cui valga la pena cominciare.

Io sono una paladina del reimparare ad ascoltare senza ausilio di immagini: è un'attività contemplativa (e le attività contemplative mi stanno molto a cuore), aiuta la concentrazione, stimola la fantasia e insegna la pazienza. Tutte qualità che è bene che non manchino quando poi si diventa grandi e non esiste più nessun garante per le nostre azioni e nessun mediatore per le nostre idee.

N.b. Se volete comprendere in prima persona la frase "La lettura ad alta voce genere un'esperienza di condivisione emotiva fortissima" potreste provare a chiedere di leggere per voi ad una persona con cui avete un rapporto stretto quando irrisolto...io non riesco. Legge per me solo la mia migliore amica e io mi farei leggere solo da poche altre persone. Mi sento nuda quando ascolto una storia e se mi sento addosso i vestiti non posso ascoltare una storia. :-)

lunedì 6 maggio 2013

Pesci grandi e pesci piccoli

Mia madre mi ha raccontato che Sabato ha salvato un pesce rosso.
Stava guardando fuori dalla finestra di casa sua e all'improvviso ha visto una Cornacchia lanciarsi in picchiata nella fontanella del cortile del condominio accanto, prendere in bocca questo povero Pesciolino per poi farlo cadere per terra, poco distante da lì. Il pesciolino si dimenava con l'infinita sofferenza di chi non respira più e sta per morire e mia madre, angosciatissima, era in pena per lui ma non poteva fare nulla, perchè non essendo il suo palazzo, non possedeva le chiavi del portone per accedere al cortile.
Per fortuna in quel momento è entrata una signora e mia madre le ha gridato, dal secondo piano: "Signora! Signora! Il pesciolino rosso! Il pesciolino rosso! Una Cornacchia l'ha buttato fuori dalla fontanella! È lì! È lì!"
La Signora si è allarmata, ma non doveva essere essere armata di un coraggio da leoni e così ha detto: "Non so...sembra morto!" ma la determinazione di mia madre l'ha convinta a farsi coraggio: "NO! NO! LEI LO BUTTI DENTRO LO STESSO, MAGARI SI RIPRENDE!" Così la signora ha vinto il senso d'impressione, ha preso con due dita il pesciolino e l'ha ributtato in acqua.
"È VIVO! È VIVO!" ha gridato subito a mia madre e infatti così era, il Pesciolino Rosso si è salvato, grazie solo all'empatia di una persona che non ha potuto fare a meno di rilevare la sofferenza di un piccolo essere vivente indifeso e che ha lanciato empatia a due piani sottostante ad un'altra persona che l'ha presa al volo, magari anche suo malgrado.
Questa storia per me è di una tenerezza infinita e l'ho portata con me come se fossi stata presente alla scena.

La stessa sera ero in una focacceria di Roma con Dario e, per rendere la mia cena un po' più consistente, ho ordinato due fiori di zucca impanati.
Non lo sapevo, ma erano fatti con le Alici e un boccone mi è finito in gola.
Non muore nessuno, non ho fatto scenate e non ho sputato nel fazzoletto, ma ho pensato che il Fiore di Zucca è già molto buono così che non servirebbe proprio usare il corpicino di un essere vivente per renderlo appetibile e ho pensato a quell'altro pesciolino, molto più fortunato della povera Alice. Nessuno ha pensato a lei...
C'è speranza, però, nel mostrare la sofferenza della morte proprio per quella che è: un'agonia, di fronte alla cui vista nessuno rimane impassibile.
Miliardi (non è un errore di battitura) di animali non umani ogni anno vengono fatti nascere per l'unico scopo di essere ammazzati e nessuno si sente coinvolto, ma basta assistere direttamente alla sofferenza per divenire partecipi e solidali.
Si deve andare oltre all'apparenza, oltre all'abito, oltre al corpo: a ogni pesce e a ogni essere vivente di questa terra deve essere restituita la dignità che merita ciascun animale, in quanto dotato della capacità di provare emozioni, tra cui quella, universalmente terribile, del dolore.