lunedì 15 luglio 2013

Identikit

Ma che giorno è?
Quanti anni ho?
Sono sveglio, oppure no?!
Questa faccia qui,
Questo corpo mio,
ma è sicuro che sia io!?

Penso di aver già scritto che io conto gli anni di Settembre in Settembre, per via della rilevanza che la scuola ha, giusto giusto un po', sulla mia vita. :-)
Così, per me, i mesi estivi sono quelli dei bilanci di un anno che se ne va.
È passato appunto un anno dal mio ultimo pasto a base di animali morti e dall'ultima volta in cui mi sono sentita zavorrata dal peso di un rapporto malato: nell‘ultima decade di Agosto ricorrerà il primo anniversario della mia doppia liberazione e questi sono certamente gli avvenimenti più importanti che hanno dato a questo 2012/2013 un‘impronta rivoluzionaria, ma tanti altri piccoli e grandi cambiamenti mi portano adesso a guardarmi e non riconoscermi più distantamente.
Sono come una mia sosia...

Ad esempio, con mia grande sorpresa, all‘alba dei 27 anni ho scoperto che mi piace la musica e anche tanto e ho comprato ben due cd! Uno di metal female progress (credo si dica così), di un gruppo che si chiama "Teodasia" e il nuovo cd di Max Gazzè, che avevo intuito essere un artista che avrebbe potuto piacermi, ma visto che ho sempre nutrito una fottuta paura della musica impegnata (termine che qui intende tutti i generi tranne la demenziale, soundtracks e sigle dei cartoni animati e, ahimè, non sto scherzando) ho sempre fatto finta di ignorarlo.
Mentre ora, complice Dario che  invece è musica allo stato puro e il fatto di non avere più l'antenna televisiva, gira nel mio impianto dolby in continuazione.

Poi, come scritto sopra, ho deciso di non usare l'antenna televisiva e fino ad ora, complice la zona non coperta di casa nostra e la mancanza della parabolica sul tetto, l'esperimento funziona, anche se temo abbia le ore contate a causa della controparte avversa!

Mi sono, poi, cancellata da facebook, azione che ha del surreale anche per me, data la mia propensione alla condivisione, che fa parte di me da ben prima dell‘avvento del popolare social network.
Io che, per cinque anni l‘ho usato giornalmente, credendo veramente in una sua utilità e capacità di aggregazione, gli ultimi tempi non lo potevo più tollerare...
Ma che c‘è?
C‘è che mi sono accorta che facebook e gli altri social sono cone il fast food, il cibo spazzatura: mentre lo mangi godi da pazzi, ma quando esce dal tuo organismo non ti ha lasciato nulla di utile.
E c‘è anche che non ho più voglia di questa pseudo dimensione pubblica in cui sei in contatto con tutti ma non condividi nulla con nessuno.
So che ciò che dico per molti è di una banalità totale, ma io lo vedo ora.
In poche parole, non ci trovo nessun male ma nemmeno più nessuna utilità.
Ora che ho tolto il mio profilo mi rendo conto che posso fare a meno di rimanere in contatto con persone con cui pensavo di aver costruito una relazione, ma la verità è che mi vedo e mi sento ancora solo con le stesse identiche persone con cui spartivo la vita anche prima. :-)

Ieri ho vissuto un‘esperienza di vera condivisione, altrochè facebook...
A San Ponzo, in Val di Nizza, ha aperto una microscopica associazione vegetariana dove, con 20 euro a persona, telefonando, ti preparano una cena vegana.
Sono andata lì con Dario: è tutto fuorchè un locale: hanno apparecchiato, a noi unici ospiti, nel loro giardino, ci hanno offerto i loro libri e i loro cd, le coccole dei loro animali, le loro idee e le loro chiacchiere, per lungo tempo, dopo aver finito di cenare.
Penso che abbiano cenato con le stesse cose che hanno preparato per noi e, quando siamo andati via, siano andati a dormire subito.
Praticamente è stato come andare a cena da amici, anche se non avevamo mai visto questi ragazzi prima d‘ora.

Siamo tornati a casa un po‘ diversi, un po‘più pieni. :-)

La cena di Pitagora

Con questo post vi saluto per almeno 16 giorni, perchè mi stavo dimenticando di dirvi che la pazzia più grande fatta quest‘anno - io che ho sempre avuto il più totale disinteresse per i viaggi, soprattutto all‘estero, specialmente senza Dario - è stata organizzare
- un viaggio di due settimane
- in Inghilterra
- solo con un‘amica...

...non c‘è proprio più niente di sicuro a questo mondo!!!!!!!!!!!!

E visto che domani parto...

BUONA ESTATE A TUTTI. :-)

I versi che aprono il post sono della canzone "Io uguale Io" di Renato (Zero, ovviamente! ;-) ) ; la foto è del giardino de La cena di Pitagora, con il nostro tavolo semplice, abbellito da un grande vaso di fiori di campo.

lunedì 1 luglio 2013

Rewind

Che serata strana...mi sono seduta sul divano per immergermi nei miei diari degli anni da liceale e tutta l'intensità, la difficoltà e l'aspettativa di quel tempo mi ha sommersa.
È finito il Cd dell'Opera che mi ero messa in sottofondo e chissà quanto tempo dopo me ne sono accorta.

Ho sempre pensato di aver avuto un'adolescenza davvero dura e forse è anche vero, ma crescendo ho incontrato sempre più spesso persone che non la ricordano come il tempo della bucolica serenità che ho sempre pensato fosse stata per tutti, tranne per me.
Forse è il normale vivere di ogni adolescente quello di percepire ogni emozione a pelle e poi sentirsi incompreso...e poi solo...e poi non amato.
Io con la mia adolescenza non ho ancora fatto pace: sento di esserne stata privata e nel contempo, con l‘intransigenza che ho da sempre verso me stessa, non accetto gli errori che ho fatto e il modo in cui mi sono mossa tra gli ostacoli e le possibilità di quegli anni.
Soprattutto non mi perdono il mio aver giocato sporco molto spesso. Ero una persona che fingeva di essere un‘altra persona per gran parte del tempo. Avevo i miei motivi per farlo, certo e mi sono anche  impegnata, ogni anno che passava e con successo, ad abbandonare sempre più le mie maschere e mostrarmi autentica,
ma ancora non me lo perdono come se questo comportamento mi avesse sporcato, anche se probabilmente la mia percezione fu plasmata - e lo penso sempre più spesso - dagli adulti di riferimento che avevo intorno in quel periodo, che furono magistralmente capaci nel cucirmi addosso un senso di colpa che non doveva essere mio e che mi ha sempre impedito di capire che quelli che io chiamo Sbagli, forse  sono state solo Tappe obbligate.
Come sempre, per me è costantemente una questione linguistica.

Di questa strana serata, in cui le emozioni penso di averle riprovate tutte una per una, ritaglio una frase da una lettera mai spedita che stavo scrivendo ad un‘amica nel peggior periodo della mia tumultuosa adolescenza.

In quei momenti tristi in cui scrivevo, pensavo alla mia maestra delle elementari, anche se ormai andavo per la seconda superiore e lei era morta l‘anno prima... tra tutti gli adulti che in quegli anni, con l‘appellativo più o meno autoproclamato di Educatori, fecero i peggiori disastri nella mia piccola vita, la mia maestra era presente nel mio cuore come un fiore bello, forte e vigoroso, la cui opera di amore mi accompagnava nel cammino della vita e, ancora oggi, non ha mai smesso di farlo.

"Ma soprattutto ci lega un infinito amore per colei che nell‘età della fanciullezza è stata la nostra prima guida e che ora non c‘è più, ma che sento vicina ogni volta che alzo gli occhi al cielo azzurro e vedo le nuvole."

Io non sono assolutamente una persona clemente con me stessa, posso sembrarla, ma in realtà non la sono affatto.
A volte nemmeno mi rendo conto per quante e tali cose mi colpevolizzo e mi sento responsabile.
Per fortuna io adoro Branduardi e lui ha trovato, per me, la soluzione.
Ecco la canzone che mi assolve da tutta le mie colpe, vere o immaginarie che siano,  maggiormente e meglio di tutte le assoluzioni religiose che io abbia mai ricevuto in chiesa e che non ha mai e dico mai fallito una volta!

Branduardi, sei un genio!
Angelo Branduardi - Si può fare

N.b. E l‘immagine di copertina è un clamoroso tributo! <3