mercoledì 30 gennaio 2013

Le competenze sociali

A volte un po' di sconforto fa capolino; piuttosto raramente per dire la verità, rispetto almeno ai miei criteri. Sono anni che ho smesso di "piangere" in pubblico i miei problemi; tanto tempo fa una mia "nemica" mi disse: "smettila di fare la vittima, non sei l'unica a cui sono successe cose brutte nella vita!"; il modo era aspro e duro e questa ragazza, per la verità, non sapeva proprio nulla della situazione che stavo vivendo e lì per lì, infatti, la assecondai soltanto per orgoglio, ma col passare del tempo presi d'abitudine di dissimulare le mie grandi tristezze, perchè non desideravo che le altre persone mi vedessero come una che si piange addosso e ora, a distanza di dieci anni, so che quella frase è stata un tesoro importantissimo, uno dei migliori consigli che mi abbiano dato. E così, eccomi qua: son cresciuta tutta diversa da come sembrava dovessero andare le cose fin verso i 16 anni, grazie a quella frase e ad "un altro paio" di aggiustamenti che ho fatto in corso d'opera su me stessa e nessuno sa l'elenco lungo di cose brutte che mi sono successe. Per fortuna, mi dico anche, perchè disprezzerei in egual misura l'essere compatita o l'essere incompresa. A volte, come stasera, sono così arrabbiata e stanca che vorrei prendere la prima persona che mi capita a tiro e dirle: < Fermati un attimo, ti racconto tutte le cose che mi sono capitate e poi tu mi dici se non sono veramente una ragazza in gamba ad avere il carattere che ho nonostante tutto. > Ma poi inizio a scrivere e già mi sento meglio e non voglio espormi più così tanto. Voglio solo dirmi: "sei brava", abbracciarmi e farmi dei sorrisi di incoraggiamento e approvazione come ho sempre saputo farmi solo io nella vita. Che questo, sì, è un po' triste ma anche la ricchezza più grande che ho. Che non so se sia per temperamento, maturazione o, più probabilmente per combinazione di entrambi i fattori, ma io ho sempre amato me stessa veramente molto. E quello che ogni tanto, quando ci penso, mi fa arrabbiare, è che mi sono salvata solo grazie a me, al fatto che - non so chi o cosa - abbia deciso di dotarmi di competenze sociali fuori dal comune e che solo grazie a queste sono riuscita ad amarmi e a credere in me, nonostante sia stata per un sacco di anni un burattino tra le mani di chi mi ignorava, di chi mi usava per i suoi rancori e di chi - e mi ha fatto più male di tutti per troppo tempo - mi mortificava per cercare di vincere le proprie insicurezze. Anzi, pardon, non è questo che mi fa arrabbiare ma il fatto che nulla di tutta la mia capacità di "salvarmi da sola" mi sia mai stato riconosciuto e che quelle stesse persone provino a fare con me gli stessi giochetti di allora. Ma io li ho sempre smascherati. Fatico a dare a me il merito dell'occhio critico e della capacità di distanziamento con cui sono cresciuta, perchè anche se si sono sicuramente affinate col tempo, son qualità che ho sempre avuto e che non so in che diavolo di modo sono riuscita ad usare nel miglior senso. Perciò non riesco mai a dirmi "È merito anche mio se sono una persona che non si piange addosso, che ama ridere e lasciar andare le cose, che vive e lascia vivere e, soprattutto, che è empatica ed equilibrata (abbastanza, almeno). Non so se è solo dotazione naturale...so, però, che, grazie a Dio, ci sono e sono incredibili! Ci sono stati cambiamenti di recentissima data, nella mia vita, che mi stanno mettendo alle prese con grandi movimenti interiori; sono contentissima di poter dire che sono cambiamenti positivi - mi sono liberata da una relazione di attaccamento morboso e soffocante - anche se molto dispendiosi a livello energetico mentale e non posso essere sicura di come sarò diventata alla fine di questo precesso di riadattamento all'ambiente, ma spero che queste mie qualità possano rimanere parte di me, perchè sono qualità che mi fanno stare veramente bene, anche se non capisco ancora se posso andarne fiera o se io non c'entro nulla. :-) Vorrei dirvi una cosa, questa volta proprio per voi che leggerete, perchè io già la so: le competenze sociali sono importantissime nella vita, si ampliano anche attraverso i saperi formali, certo, ma non è detto; quando avrete un bambino impegnatevi a dare gli stimoli giusti affinchè le facciano loro: sto parlando di capacità di cogliere il metamessaggio di un atto comunicativo (cosa mi sta dicendo davvero chi mi sta parlando), cogliere il non verbale in una conversazione e comprenderne la natura, muoversi bene tra senso di attribuzione interna ed esterna (quando le cose che succedono sono imputabili a un mio comportamento e quando no), ecc. ecc. Sono queste (e taaaaante altre) le competenze che permettono, poi, di crescere sereni, di capire gli altri e di rispettarne l'identità e la dignità, di essere sicuri di se stessi, di non piangersi addosso e frignare ma di trovare la soluzione più efficace per risolvere presto e bene tutti i problemi che ci si presentano. Stasera ci vorrebbe proprio un film...che so...uno a caso, eh...Piccole Donne del 1949. :-) Piccole Donne mi piace tantissimo perchè è la rappresentazione della vita come l'ho sempre desiderata per me: sobria ed equilibrata. C'è un rispetto così profondo tra Meg, Jo, Amy e Beth e tra le ragazze e la loro mamma, un senso così alto della dignità della personalità di ciascuna, che, quando lo guardo, è come un olio benefico sulle ferite del mio cuore. Buonanotte a tutti.

domenica 27 gennaio 2013

La vita segreta delle parole

Per me è difficile pensare che le cose vadano male come sembrano pensare tutti. Nel mondo, intendo. C'è qualcosa che non colgo perchè sono ancora troppo bambina, per via della mia cultura scarsa e lacunosa, o forse per via del mio carattere superficiale? Perchè, sul serio, a volte penso che mi sfugga la gravità della situazione in cui verte il mondo e che tutti gli altri, almeno a parole, sembrano conoscere. O meglio: a parole, so tutto su ciò che riguarda i danni che stiamo infliggendo a Gaia, tutto il male che ci stiamo facendo tra di noi e le piaghe che ci affligono; sono anche in grado di elencarle in ordine alfabetico, pensate!
Come il Barone Lamberto con le sue malattie! Guardate!
A: Apatia / Abuso / Alienazione / Avarizia
B: Bramosìa
C: Calunnia
D: Discriminazione / Disboscamento /Depressione /Dittatura
E: Emarginazione
F: Follia / Frustrazione
G: Guerra
H: Hitler - Ok, lo ammetto, questo è barare... ma in un certo modo penso di no. L'olocausto da solo basta a far abbassare la testa a chiunque provi a obiettare che non ci portiamo dietro davvero il peccato originale.
I: Incomunicabilità / Invidia / Inquinamento
L: Libidine
M: Mafia
N: Negligenza / Negazionismo
O: Omofobia / Omertà / Olocausto / Omicidio
P: Perversione / Pedofilia
Q:
R: Repressione
S: Superficialità / Siccità / Snaturalizzazione
T: Tossicodipendenza
U: Usura
V: Violenza
Z: Zizzania

Le ho messe così, a random e sia lodato iddio che non ho compreso le lettere straniere! Eppure, ancor più di prima - sarà una limitazione mia - l'aver sott'occhi i mali del mondo dall'A alla Z mi convince che ci deve essere un errore di fondo. Tuttò ciò è così grande, così enorme, così esageratamente fuori dalla nostra portata che diventa quasi comicamente grottesco. Chiaro che c'è da sperare che il mondo finisca e anche presto, a vedere le cose in quest'ottica!
Mi viene in mente un'analogia: il bimbo piccolo che, nei primi anni di vita, viene colto dall'angoscia di fronte all'enormità del mondo che lo circonda e che non è alla sua portata: il tavolo pare quello di un gigante, non c'è speranza che riesca a raggiungere la sedia e, a provare a sollevare una brocca d'acqua, il peso di quell'oggetto grande e difficile da manipolare farà crollare quel braccino troppo debole e piccolo! Fortunatamente, l'Italia ha avuto e ha dei grandi pedagogisti e a Maria Montessori (che però era un medico e questo dimostra che le buone idee sono trasversali a qualsiasi disciplina creata dall'uomo!) spetta il merito, insieme ad altri, di aver aiutato i piccoli ad imparare a far fronte al mondo, facendo in modo che le dimensioni degli oggetti di vita siano adattate ai piccoli, in modo che essi possano sentirsi competenti e in grado di gestire le piccole e grandi sfide della vita quotidiana; perciò: tavoli più bassi, sedie più piccole, brocche più leggere e facili da impugnare.
Ecco cosa manca a noi adulti: qualcuno che ci aiuti a riposizionare i problemi del mondo alla giusta altezza. I problemi dei grandi sono chiaramente di più difficile risoluzione rispetto a quelli del mondo dei pulcini e, per di più, non possono essere ridimensionati a livello di manipolazione concreta, ma possediamo comunque capacità cognitive astratte abbastanza affinate da permetterci di scindere il sentimento globale dello stato di malattia del mondo nelle sue parti costituenti. Affrontando un problema un passo alla volta, spesso si ottiene più che guardandolo nella sua complessità e questa strategia può funzionare anche in questo caso. E se è vero che l'insieme è più della somma delle sue parti, questo vale, allora, anche in senso opposto: creiamo, dunque, un alfabeto delle virtù del mondo e la loro somma darà origine ad un insieme ad alto tasso di meravigliosa positività, che forse sarà in grado di aiutarci ad uscire dal tunnel di questo generalizzato pessimismo cosmico.
Mi rendo conto di poter sembrar patetica e forse la sono; probabilmente è la mia incapacità di leggere un fenomeno nel pieno della sua complessità a farmi parlare di scissione del tutto nelle sue parti costituenti, ma tutto sommato questo deficit porta anche ad alcuni benefici non trascurabili. Mi sento più ottimista e meno disgustata dalla società umana di molte delle persone che frequento e, comunque sia, ammettere la mia totale incapacità di farmi portavoce di sentimenti universali, di cui so molto nella forma ma proprio niente nella sostanza, mi preserva dalla possibilità di cadere in ridicolo, manipolando concetti enormi e lontani dal mio vissuto.
Leggo blog di ragazzi poco più grandi di me che parlano di stati emotivi, sentimenti, flussi di coscienza che attribuiscono all'umanità che, credo, non possono davvero aver sperimentato e di cui hanno, quindi, solo una conoscenza di seconda mano, di stampo scolastico o saggistico. Hanno valore riflessione di questo tipo? Fino a un certo punto, credo. E vanno abbandonate quando iniziano ad essere controproducenti. In passato c'è chi ha provato a dirmi "come si sente il mondo", ma come si sente il mondo è tutto un dire! Un grand'evocare senza mai scendere nello specifico e così, sarà tanto poetico, ma poi si finisce nel friggere aria. E nell'alimentare l'idea che stiamo rotolando disastrosamente verso l'oblio che ci meritiamo perchè siamo una specie di merda! E io non voglio trasmettere questo messaggio solo perchè viene costantemente amplificato, replicato e mandato online da qualcuno che pare abbia l'autorità per dirlo.
Bubbole! La storia è fatta da persone, il mondo è fatto da miliardi di persone e non sono tanto scema da pensare che i rapporti di potere siano gli stessi fra tutti gli individui che lo abitano, certo, ma dentro di me io posso scegliere in cosa credere e io credo nell'alfabeto delle virtù del mondo! Io trovo che siamo meritevoli di darci la possibilità di non condannare la nostra vita a pensare che tutto è feccia, che noi siamo feccia! Prendiamoci qualche responsabilità in più, in modo che se non possiamo cancellare gli errori del passato noi si possa non commetterne altri nuovi altrettanto gravi, diffidiamo dai luoghi comuni e dalle verità preconfezionate e curiamo la nostra tendenza a parlare con un lessico povero e negativamente connotato e magari vedremo dei miglioramenti! Se io fossi il vostro medico, queste sono le prescrizioni che vi darei. :-)

E comunque, l'alfabeto si può anche leggere così!

A: Amore / Attenzione/ Attesa / Ambizione / aspettativa / Aiuto / Antispecismo  / Accoglienza
B: Beneficienza / Benessere / Benevolenza / Biologico
C: Comprensione / Carità / Calma /Consapevolezza / Capacità / Cura /curiosità/ Compassione
D: Dedizione / Determinazione / Danza
E: Empatia / Equosolidale / Equo / Energia alternativa
F: Filiera corta / Fantasia / Flessibilità / Film
G: Giustizia / Generosità / Guarigione / Gratuità
H: Happyness - E anche questa volta non ho imbrogliato, visto che senza mettere felicità, la F è comunque piena di belle parole. :-)
I: Istruzione
L: Lentezza / Libertà
M: Maturità N:
Natura / Nascita O:
Omeopatia / Orientamento / Offerta / Ottimismo
P: Pienezza / Purezza / Perdono / Pace / Prossimità
Q:
R: Rinascita / Rivoluzione / Risparmio / Riflessione / Ricerca / Religione
S: Scuola / Sinergia / Serenità / Sobrietà / Scienza
T: Tenerezza /
U: Umanità / Unione
V: Vegetarianesimo / Veganesimo / Verità
Z: Zeitgeist

Al di là di qualche piccola licenza poetica presa a piene mani da ciò che fa grande la MIA vita, questo piccolo vocabolario esiste ed è vero ed attuale quanto l'altro.
La Q spicca per anticonformismo...si è sottratta dall'aiutarmi in questo mio discorso...e io rispetto la sua libertà di non esprimersi in proposito. Ci starà ancora pensando su! :-)

In questi giorni vivo a pane e Piccole Donne (Rigorosamente del 1951!) e c'è una bellissima frase che dice il Professor Bhaer a Jo, a proposito del suo scrivere di sentimenti che ancora non può aver provato, data la sua giovane età. Vi lascio con questa perla, che trascrivo come monito per tutte le volte che rischio di trovarmi in bocca "parole vuote ma gonfiate", che per me non vogliono dire nulla e che fanno pure male.

" E perciò vi dico: andate a spazzare le strade piuttosto che tradire il vostro talento! Dite a voi stessa: non scrivero più neanche un rigo che non abbia prima sentito e sofferto! Dite a voi stessa: finchè sono giovane scriverò solo delle semplici e bellissime cose che conosco e capisco. Lo farete, mia piccola amica? "

 

giovedì 24 gennaio 2013

L'amore al tempo degli orsi parlanti

L'amore non ha età. La curiosità neanche. Sfortunatamente l'amore non ha intenzione di mettersi in mostra a favore della curiosita e così, chi é innamorato, rifugge quasi sempre l'esposizione alle grandi platee e preferisce godere del proprio diletto o della propria amata in sacrosanta riservatezza. Essere una maestra, però, è come avere il biglietto per il backstage dello spettacolo: non solo assisti a tutto quanto è realizzato davanti agli spettatori, ma accedi a contenuti speciali ed extra assolutamente avvincenti!
Tutto quello che, nelle storie d'amore tra adulti, nessuno può sperare di sapere, la maestra lo riescie a vivere in presa diretta e questo grazie alla caratteristica dei bambini di essere sempre concentrati su loro stessi e quindi incapaci di accorgersi che qualcuno la sa più lunga di loro e li sta osservando...attentamente. :-)

Questa è la storia di Erika e Nicolò e di come gli innamorati sappiano fare le scelte giuste, quando conoscono il valore del loro amato.

Nicolò ha 8 anni, balla la breakdance e ha il tipico carattere che piace alle ragazze di ogni età, quello che io definisco "carattere a torroncino": fuori duro, dentro morbido.
Erika, anche lei 8 anni, ha il carattere delle principesse delle fiabe Disney. Timida, dolce, romantica, della categoria di quelle che arrossiscono fino alla punta dei capelli e non amano mettersi in mostra.

Come in ogni storia che si rispetti c'è, però, anche un antagonista.
Il suo nome è Benji: età indefinita, carnagione scura, pelo folto; è alto 15 cm, porta una maglietta verde su un paio di anonimi pantaloni rossi, vive in un sacchetto di plastica e ha un buco sulla schiena per permettere alla maestra di inglese di infilarci le mani e muoverlo. Eppure, quest'orso dal dubbio fascino, ha rischiato di mandare a rotoli la storia d'amore tra Erika e Nicolò.
Questi i fatti.

Ora di inglese. Dopo 3 mesi passati a lavorare sul quaderno, inizio ad utilizzare i materiali presenti nella valigetta in dotazione insieme al libro di testo e, tra questi, Benji. Per predisposizione personale devo fare sempre un po`la stupida ed esagerare, altrimenti non mi sento soddisfatta e così il mio Benji si mette a parlare inglese con accento francese, a comportarsi come un playboy palestrato che si toglie pure la maglia e a dire frasi degne del miglior damerino dandy. Mi capita a tiro Erika e così faccio assumere a Benji il tono e l'espressione di chi è stato colpito dalla freccia di Cupido e ha trovato la sua Venere. Inizia a balbettare, indietreggia...e si presenta a Erika dicendo che è stato folgorato dai suoi occhi luminosi e che non ha mai visto una bambina così bella. Erika, per la quale, evidentemente, i connotati animaleschi dello spasimante non sono un problema, assume tutte le gradazioni del rosso, giungendo ad arrivare ad essere bordeaux fino alla punta delle orecchie; non sa più dove mettere le mani, la sedia sembra improvvisamente scottare e con un filo di voce, dopo aver ringraziato, dice: "Benji...sai che sei il più bello del mondo?"
Nicolò osserva attentamente la scena e non si perde una battuta.

Per quel che ne sapevo io il tutto si era concluso così.

Ieri ho preso atto del fatto che, nelle ore successive all'incontro con l'orso parlante, Erika ha fatto arrivare al banco di Nicolò un bigliettino con questo messaggio:

"Quando ho detto a Benjj che era il più bello del mondo non intendevo proprio il più bello di tutti tutti..."

Antico proverbio cinese:

"Bambina saggia non cede alle lusinghe delle glandi palole, ma gualda al compagno spesso in silenzio pelò semple accanto." :-)

Ieri Nicolò ha passato l'intervallo lungo ad aggiustare a Erika una collanina che le si era rotta e per la quale lei piangeva disperata.  ;-)

lunedì 21 gennaio 2013

L'albero della vita

Tempo di alberi genealogici nelle terze. Chiaramente, per gli obiettivi di ambito della lingua inglese, imparare a costruirne uno non è nemmeno al centesimo posto nella lista delle priorità, ma io li ho sempre trovati belli e divertenti e così, su, dai, mentre impariamo il lessico della famiglia, mettiamocelo dentro!
Venerdì avviso i bambini, ma mi dimentico che Giorgia vive la famiglia in modo sofferto, come mi ha raccontato spontaneamente un giorno in giardino.
"Sai maestra che io ho un fratello in Equador? Che poi io non l'ho molto capita questa storia perchè lui è figlio della mia mamma ma ha un papà...io invece non ce l'ho un papà, mia mamma dice che ce l'ho ma penso che lo dice solo per farmi star su perchè io in realtà non ce l'ho un papà." Ricordo di aver risposto qualcosa a proposito del fatto che magari ora la mamma e il papà non si vedono più ma che sicuramente anche lei ha un papà ma potevo stare zitta che sarebbe stato uguale. È peggio pensare di non avere un papà o di averne uno che ci ha dimenticati?
Per fortuna nel weekend me ne sono ricordata e sono arrivata in classe preparata, ma ormai la frittata era stata fatta, chissà quanto ci avrà pensato nel weekend... Anzi, conoscendo Giorgia, chissà quante energie avrà speso per cercare di non pensarci e fingere che non le importi, quando in realtà è arrabbiata marcia col mondo per questa assenza! Molti altri bambini sono figli a metà, ma c'è chi fa spallucce e c'è chi ci muore.
Un'oretta di lavoro dopo, la pittoresca originalità della composizione familiare dei miei bambini ha generato le più curiose specie botaniche mai viste: pochi gli alberi tradizionali con un unico tronco e molti rami aperti a ventaglio, molti di più gli alberi piegati dal vento che si sviluppano da un solo lato, un albero completo di radici (grazie a Gennaro e al suo essere già zio), e persino un innesto! Quello di Giorgia, che, ottenuto il permesso, ha sostituito il papà fantasma con uno zio di carne ed ossa.
Prima di farlo mi ha chiesto il permesso ma figurati, a me va benissimo! Ciò che conta, alla fine, è prendere l'amore che ci serve da qualcuno disposto a darcelo...e imparare i vocaboli di inglese, naturalmente, che il 4 Febbraio c'è la verifica! :-)

Sono fatta per viaggiare leggera

Vorrei poter dire che non mangiare più i corpi degli animali è semplice, ma non lo è. Non è un problema di sapori, delle membra degli animali di terra non provo più alcun desiderio, mentre quello sporadico che provo per i corpi dei poveri pesci è controbilanciato dalla repulsione all'idea di cibarmene...la parte difficile è quella sociale. Se è definita come malattia sociale la celiachia, il vegetarianesimo è come l'autismo! È brutto dover selezionare accuratamente ogni posto dove si voglia andare, è brutto che la gente non capisca che vuoi mangiare in pace esattamente come gli altri, a cui tu non chiedi come mai sono carnofobi. È difficile andare avanti quando tutto ti sembra surreale e sapendo che la tua intera vita vissuta da vegetariana non servirà pressochè a nulla. Però, devo dirlo, niente è più pesante di fare questa cosa senza il mio compagno, perchè lui è tutto per me e insieme possiamo andare lontano. Siamo due combattenti, ciascuno a suo modo rivoluzionari e sono sicura che in qualche modo il futuro farà convergere le nostre due strade...in fondo, vogliamo entrambi testimoniare lo zeitgeist e già ora, più volte, i nostri studi personali, partiti da spunti così diversi, ci hanno fatti incontrare di fronte a incroci comuni, perciò non ho dubbi che un giorno o l'altro cammineremo insieme anche su questo sentiero, ma per ora devo proseguire da sola e senza di lui è un ancora un po`più dura.
Perchè, allora, continuare, quando tutto sembra remarmi contro?
Semplicemente perchè quando sai, diventa quasi impossibile ignorare le nuove consapevolezze. Ci vuole un continuo lavoro di selezione, eliminazione e rimozione di ciò che sappiamo e io ho bisogno di viaggiare leggera, non sono fatta per i pesi nello stomaco. Poi non li reggo e mi ammalo.
"Vedi, allora, che è meglio non sapere niente? Si vive meglio!" Questa è la voce della mia migliore amica del cuore e sono stata una ferma e attiva sostenitrice della sua teoria per quasi tutta la mia vita. Ma ora che, senza averlo programmato, ne sono uscita, vedo anche lì l'eterno e continuo sforzo per arginare qualsiasi discorso ti faccia paura affrontare e più volevo vivere con la testa sotto la sabbia più avevo nuove paure e ancora fatica per spegnere e  arginare continuamente ogni domanda potesse portarmi fuori dai limiti invalicabili. Il dispendio di energie era enorme, la paura era ormai totale...non voler sapere nulla per non soffrire di fronte all'impotenza.
Ma sapete una cosa?  Quando finalmente ho guardato, la verità è diventata di una bruttezza alla mia portata e ora non mi sottraggo quasi più a nulla e a differenza di prima, ho smesso di affaticarmi nel rimuovere tutte le domande con le risposte scomode della mia vita, ma, anzi, nella possibilità di cercare risposte che solo il conoscere le domande può darti, ho trovato un vigore e una forza che proiettano la mia anima al di là dei confini del mio corpo in un modo che non saprei spiegare altrimenti e che mi fa sentire parte di un disegno universale in cui sono un po`più in pace col mondo.
Non mangiare più animali è stata la soluzione che io ho trovato a uno dei tanti problemi che mi si è rivelato quando ho deciso di guardare, non so se è quello giusto ma dal mio agire ricavo una forza che il negare non mi ha mai dato e una leggerezza che l'ignorare deliberatamente non mi avrebbe concesso. 

Quando mi guardo allo specchio non riconosco più la persona che vi vedo riflessa, ne vedo un'altra, più bella e coraggiosa perchè non spreca la sua vita e ha imparato a non avere paura della paura...ecco perchè, anche se è difficile, vado avanti.

Mi sento adottata dalla natura; è una sensazione che vi auguro di poter provare.

*Questo post è dedicato ad Anita, che è arrivata al momento giusto a raccogliere qualcosa che dagli abissi era venuto finalmente a galla. E ha scoperto tutti gli altarini. Grazie a lei mi sono laureata e tante altre cose buone e belle, che sono venute dopo, hanno potuto compiersi grazie a lei. :-)

giovedì 17 gennaio 2013

Si stava meglio quando si stava peggio

Si stava meglio quando si stava peggio...

Che grandissima boiata!
Non sopporto chi si lancia in discorsi bucolici incoronati da questa assurdità e nemmeno sa di cosa sta blaterando!
Innanzitutto, mi potrebbero spiegare, i nostalgici di quest'era bucolica, a che periodo si riferiscono? Perchè non è esattamente chiaro...a quando le nostre nonne dovevano nascondere i soldati in casa e i nostri nonni andavano in guerra? D'accordo, può darsi che io non prenda in considerazione troppi momenti ed epoche storiche per poter affermare con sicurezza matematica che veramente non sia esistito un momento a cui ora potremmo voler ritornare, ma la questione è che addentrarsi in grandi analisi non è necessario, perchè il tipico estimatore di concetti aleatori e vaghi come questo non è colui che verte in stato d'indigenza, ma l'individuo di estrazione socioculturale media e, buon per lui, in grado di campare più che degnamente. E io, giuro, questo non lo posso tollerare!
La mia convinzione, poi, è che purtroppo questo genere di esternazione sia una variazione sul tema, più globale, del "Quanto tutto va male,  quanto tutto è difficile, quanto tutto è peggiorato!". La maggior parte dei miei contatti fb è dedito a questa pratica e dedica al lamento-critica-piagnisteo almeno un paio di aggiornamenti di stato alla settimana e io sono veramente stanca degli spergiuri contro l'intera categoria dei ferrotramvieri di chi sta aspettando un autobus che tarda e dell' indignazione di taluni alla vista dell'esiguo numero di sportelli aperti in posta!
Qui non si tratta di non poter osservare che qualcosa non funziona, ma di modulare le proprie reazioni utilizzando una scala di gradazione emotiva con uno spettro più ampio, in cui scrivere "Uffa questo treno che non arriva" anzichè "atm di merda, dovrebbe fallire e con lei tutti gli stronzi che ci lavorano" sia  un'opzione possibile, tanto quanto quella, altrettanto apprezzabile, di tacere e basta!
Il modo in cui ci esprimiamo sulla vita, i termini che adottiamo e che decidiamo di utilizzare nella comunicazione intrapsichica e in quella con gli altri, non sono privi di conseguenze; una volta radicati, essi connotano e modellano talmente tanto il nostro modo di percepire la natura degli eventi che viviamo da andare a costituire la trama del famoso filtro con cui guardiamo il mondo. A dire tutto questo non sono io ma la scienza neurolinguistica, che sulla rieducazione espressiva ha costituito interi percorsi riabilitativi per disturbi di origine psicologica. Per molti di noi, però, sono sicura che non servirebbe alcuna terapia, ma solo un po`di allenamento nell'ampliare la gamma di risposte che siamo soliti dare agli stimoli dell'ambiente, per liberarsi da tutta quella serie di tossine da micro nervosismi che ogni giorno accumuliamo in quantità!
Per ridimensionare i miei malumori io mi aiuto con qualche valido trucchetto, che ho visto funzionare bene per come sono fatta io: innanzitutto, ho elaborato nel tempo la tendenza a cercare gli stati di calma, perciò tutto ciò che si può risolvere con il "ma sì, chi se ne frega" viene archiviato così. Per i casi in cui potrei cadere nell'odio verso il mondo intero, cerco di guardare la situazione da un altro punto di vista...in questo l' aver fatto la cassiera mi aiuta molto! In  sei anni, infatti, ho visto centinaia di persone venire a prendersela con me e le mie colleghe per i motivi più disparati, senza che a nessuno di loro venisse in mente di fermarsi a pensare "Sarà veramente responsabilità loro se ci sono poche casse aperte, merce scaduta e pochi addetti nei reparti?". Sono stata così mortificata dal trattamento ingiusto di clienti egocentrici (e cafoni) che ho imparato l' antifona e ora sono orgogliosa di dire che mai sfogo i miei momenti di stanchezza e nervosismo su altre categorie di lavoratori o individui in generale! Il grande fratello (non ho idea di chi sia ma è molto potente perchè è in grado di pilotare gli umori di tutti!) ci vorrebbe tutti presi a farci la guerra l'uno con l'altro e non c'è niente di meglio che indurci ad alimentare i nostri piccoli malumori e a crederli responsabilità di qualcuno che, nell' ombra, trama alle nostre spalle, non lavorando e, quindi, arricchendosi a nostre spese. La verità, io credo, è invece che la maggior parte di noi faccia con sufficiente responsabilità almeno quanto è tenuto a fare e che ci sia più amor proprio e per i propri doveri di quanto vogliono farci credere!
Perciò smettiamo di farci la guerra, fin dalle piccole cose e soprattutto da quelle, chè sono più alla nostra portata. E boicottiamo i tg, che ci uccidono facendoci ammalare a poco a poco di pessimismo cronico! Che si sa, invecchia anche la pelle!  :-)

Ed infine, sopra a tutto, per i momenti più faticosi, la magia più grande, per me, cioè che più mi aiuta, è distogliere gli occhi interiori da me e posarli su chi soffre di più e ha dignità da vendere. Giuro che prendo forza da tanta forza...e quest'anno, oh amici, quest'anno non mi serve andare lontano! Tre dei miei bambini fanno un solo pasto al giorno, quello che ricevono a scuola. Lilian, che un giorno è scoppiato a piangere in classe perchè gli manca sua sorella che è andata a mendicare a Roma, Fabiano, che l'altro giorno ci ha chiesto se poteva portare a casa un coltello della mensa perchè la mamma non aveva i soldi per comprarlo...e Danielina, diversamente abile, così piccola che quando viene urtata cade tutta quanta nel cestino della spazzatura...così povera che a volte sotto i pantaloni ha direttamente il pannolino senza mutande...e così affamata che spazzola il piatto e passa l'intervallo a chiedere pezzetti di merenda ai compagni, più che altro con gli occhi, perchè non sa parlare.
Ma sorride sempre.

Ogni giorno, quando finisco di lavorare e aspetto la metro, non trovo nessuna buona ragione per lamentarmi o inveire.

Auguro a ciascuno di trovare le proprie strategie e i propri modi privilegiati per iniziare a dare il giusto peso ad ogni cosa ma non ho alcun dubbio sul fatto che farlo sia un sacrosanto dovere di ciascuno. Per rispetto di chi, col niente, vive un'intera vita piena di gratitudine.

venerdì 11 gennaio 2013

La matematica che sta dalla mia!

Le corrispondenze biunivoche sono quelle relazioni speciali che si dimostrano perfette per far star bene chiunque, come quando un cerchio si chiude o si risolve un indovinello. Il mondo sarebbe più godibile se fosse fatto solo di corrispondenze di questo tipo!
Pensateci: tutti avrebbero il necessario ma niente verrebbe sprecato!
I miei piccolini di prima elementare non hanno ancora interiorizzato l'astrazione di questo concetto ma hanno ben chiara la sua importanza nella vita pratica di tutti i giorni. Per loro la corrispondenza biunivoca è quello stato di giustizia sociale per cui tutti sono uguali e ricevono la stessa quantità di cose e, al contempo, nessuno viene escluso dal processo di distribuzione. In classe in questi giorni stiamo facendo esperienza di cosa siano le funzioni iniettive e suriettive e, mentre ogni figurina disegnata sul quaderno lancia la sua freccina a raggiungere il gelato o il palloncino di turno, molte schiene si raddrizzano e gli sguardi si fanno più presenti che mai...c'è una grande aspettativa per scoprire se giustizia sarà fatta! Davanti a certi  gelati di troppo che rimarrebbero a sciogliersi sul quaderno, o ad alcuni omini destinati per sempre a guardare gli altri andarsene per i quadretti del foglio con il loro palloncino, alcuni bambini non resistono e con un guizzo di matita o una passata di gomma - che in fin dei conti non costa niente a nessuno! - riportano un po`di giustizia a questo mondo, trasformando insiemi con numeri diversi di elementi in insiemi equipotenti, dove ogni bambino ha il suo gelato, ma uno e uno soltanto, che se no, dopo, ti viene il mal di pancia...
Insomma... i bambini pensano ad un mondo che sia in corrispondenza biunivoca con le necessità di tutti...ecco la formula magica per la felicità! :-)

lunedì 7 gennaio 2013

Piccole e grandi responsabilità

Il primo rientro a scuola dopo le vacanze di Natale della mia vita: tanti bacini, un sacco di sonno, abbracci, sbadigli, distrazione e tanti, tanti mal di pancia. Qualche novità nelle mie terze: se ho capito bene la mamma di Gaja è di nuovo in carcere...lei stamattina è venuta da me e mi ha detto che la mamma è andata via per un anno e tornerà l'anno prossimo...le ho chiesto dov'è andata e mi ha detto che non lo sa. Nessun'altro posto giustifica la pena di lasciare un bambino senza una spiegazione ad aspettare la sua mamma per un anno...Gaja è brava, è da Settembre che conosco lei e la sua faticosa storia di figlia di genitori spacciatori e tossici che fanno dentro e fuori dal carcere e tutto sommato la vedo abbastanza equilibrata...per quanto si può essere equilibrati in una situazione in cui non sai se tornerai a casa e troverai ancora tutti. Gaja è una delle bambine sulle quali, tra i miei oltre ottanta alunni, mi faccio più domande sul futuro. Penso che davanti a sè, una volta cresciuta, abbia due possibilità: accettare la verità che già ora conosce e rimanerne distrutta, o decidere di ignorarla e vivere nella criminalità trattandola semplicemente come se non ci fosse. Considerato quanto adora la sua mamma, che pur nella sua scelleratezza adora i suoi figli e se ne occupa più di molti genitori con una fedina penale pulita, credo che sceglierà la seconda strada. Sarà un pensiero assurdo, ma io le auguro solo di essere serena.

Gennaro, il diavoletto della Tazmania della mia altra terza, durante queste vacanze ha bissato come zio e la sola idea è di una così buffa tenerezza che fa piacere pensarci! Iper agitato, iper chiacchierone, iper in gamba, iper tutto, insomma, quando porta in giro la sua nipotina di due anni - solo sei meno di lui - , fa appello a una delicatezza, un tono di voce ovattato e un passo lento e leggero che mi fa pensare a quanto sarebbe bello poter fare un po`di pet terapy con tutti...cuccioli umani o meno, di fronte a chi è più piccolo tiriamo tutti fuori il nostro meglio! Nel caso di un vulcano sempre attivo come Gennaro i benefici sono così vistosi che penso che chiederò l'autorizzazione a mettere un seggiolone vicino al suo banco e a far venire a scuola il neonato insieme al suo zione! Tra pannolini sporchi e pappe da preparare penso che sarebbe un'esperienza d'oro per tutti! Prendersi cura di qualcuno ha sempre un grande valore educativo. :-)

giovedì 3 gennaio 2013

Il sentimento del tempo

Ho sempre avuto l'abitudine di pensare al tempo della mia vita con ad un lungo metro immaginario, la cui unità di misura è la mia età. Prendo il metro - come quello da sart,  ma fatto di carta - lo srotolo fino alla mia età, poi ne prendo l'estremità più vicina e...lo piego in due. Allora, con più attenzione, mi avvicino alle tacche numerate e guardo cosa sentenzia il mio oracolo del passato. Oggi direbbe 13 (ancora per poco!) e se non discuto che anagraficamente questo numero - e conseguentemente quello che l'ha originato - sia ancora molto basso, non posso non ricordare di quando ci giocavo a 8 anni e, impressionata dal minuscolo 4 che ottenevo come risultato, pensavo: "sono ancora così piccola!". Oggi, quando gioco, mi tuffo in quei 13 anni ma non vedo nulla da salvare; quelli erano gli anni in cui sul mio diario scrivevo "Vivo una fase della mia vita in cui non faccio altro che aspettare di cambiare fase". Una sola eccezione a quel tedioso, prolungato immobilismo: una grande passione per un tf che avrebbe accompagnato la mia crescita. E non è poco,  chiariamoci! C'è chi vive vite talmente aride da non godere nemmeno del momento di passione dato da una fiaba...
Io, invece, ricordo tutti i profumi, le musiche, le emozioni di quel periodo; le notte passate a inventare fanfiction mai scritte...emozioni così belle e intense che molte notti, anche adesso, sogno nuovi episodi, i cd della colonna sonora...e basta l'aroma di un fiore che mi ricordi quello del pout pourì che avevamo sul termosifone dellj sala in quel periodo per ritornare ai brividi di quei mesi...no, decisamente non è poco aver conosciuto la passione in un tf. Ma oggi, che vivo una vita molto più intensa e appagante, che vibro di passione per la danza, uno spettacolo a cui non assisto ma di cui sono protagonista io stessa e che mi fa stare così bene da provocarmi un piacere che è quasi doloroso, mi chiedo con  gioia cosa evocherà il mio metro da sarta piegato in due, gridando "26!", quando lo srotolerò tra molti anni.
La passione permette ad una vita di viaggiare nel tempo e prolungarsi oltre l'infinito. Per sempre.

mercoledì 2 gennaio 2013

Dichiarazione di indipendenza intellettuale.

Chiusura verso il prossimo, inconscio senso di sicurezza, incapacità di accettare l'esistenza di un punto di vista differente dal proprio, frustrazione per la propria voce inascoltata, senso d'impotenza, rabbia recondita...io non so se uno solo di questi fattori o tutti in egual misura, o altri ancora che non riesco a definire siano le ragioni di tutta la violenza comunicativa che trovo in rete in quegli spazi che dovrebbero essere di condivisione e confronto, so solo che non ho nessuna intenzione di farne parte, nè di farmici tirare in mezzo, né me né anche solo il mio nick, con tutta la sua dignità nel rappresentare la persona di buon senso che sono. Da circa 6 mesi sto intraprendendo un percorso di ricerca personale sulle tracce di una coscienza animalista e mi sarebbe piaciuto condivderne le tappe con persone che stanno affrontando le mie stesse riflessioni spirituali, come ho fatto con altri nodi fondamentali della mia vita, come contraccezione naturale, sessualità, consapevolezza alimentare. Purtroppo tutta la mia buona volontà si è facilmente e velocemente affievolita, fino a spegnersi, di fronte al muro di folle radicalismo e malcelata violenza che ho trovato in ambienti in cui, veramente, avrei dovuto e voluto vedere apertura e amore, da parte di chi scrive di rispetto per tutte le specie, di non violenza, di pari dignità e libertà per tutti. Aspettative di questo tipo si hanno certamente ancora di più quando si raggiungono lunghi in cui si affrontano tematiche relative alla pace e alla non violenza, insite nel discorso animalista. Purtroppo, però, la realtà è ben diversa e questa frase che ho trovato in firma ad un utente di un forum animalista ben rappresenta il clima generale di questi spazi di fanatici. La frase è questa: "Gli animali saranno rispettati o perché la gente li ama, o perché la gente avrà paura di quello che gli potrebbe accadere se non li si tratta con rispetto!" (Screaming Wolf). Di fronte ad affermazioni di questo tipo e a coloro che se ne fanno portavoce rimango sgomenta, scoraggiata e molto, molto arrabbiata. Continuerò il mio percorso in modo più solitario ma di certo più genuino, che rispecchi il mio modo di vedere il confronto con gli altri: e cioè uno spazio di confronto e di mediazione. Non possiedo la verità in tasca, non so se la strada che sto percorrendo sia quella giusta... potrei tornare sui miei passi molte e molte volte o forse, perchè no, potrei continuare per sempre nella direzione in cui sto camminando... comunque vadano le cose, però, non avrò mai e poi mai la pretesa di giudicare, etichettare, calpestare coloro i quali pensano e agiscono in modo diverso dal mio. Se questo vuol dire proseguire il mio percorso da sola mi sta bene, non temo chi mi definisce una codarda per le mie posizioni non radicali perchè la prima cosa che mi sta veramente a cuore, la più importante, è che ci sia coerenza tra le mie parole i miei gesti. Ho cancellato il mio account da tutte le pagine di social network a cui ero iscritta, non ho aderito a nessuno dei forum che ho trovato in rete riguardo i temi che mi interessano perchè purtroppo in nessuno di questi luoghi virtuali viene veramente rispettata la libertà di opinione e le poche, basilari regole per una comunicazione positiva ed edificante vengono costantemente violate a favore di insulti gratuiti. A questo punto credo veramente che sia meglio per me proseguire da sola, voglio che chi mi incontra possa avvicinarsi a me e sentire quel meraviglioso senso di libertà e non giudizio che permette un incontro vero tra due mondi. Il mio scopo non è convincere nessuno di niente, ma solo camminare leggera in questo breve passaggio sulla terra che è la vita senza portare sofferenza a nessuno, se posso. Se poi a qualcuno dovesse piacere ciò che vede e decidesse di prendere qualcosa del mio modo di vivere e di portarlo con sè, non sarà perchè io ho costretto gli altri alle mie scelte, ma solo per l'entusiasmo e la gioia che alcune decisioni hanno portato nella mia vita e, comunque, non potrebbe essere altrimenti. Nessuno ha mai convinto qualcun'altro ad aderire ad un ideale fintanto che il suo parlarne è stato deviato dal desiderio di convincere. Pertanto, con questo post un po`prolisso, io dichiaro la mia piena e totale libertà intellettuale, libera da qualsiasi coinvolgimento in alcun gruppo o movimento che si dichiari o si dimostri in alcun modo specista. N.B. Questo fantomatico Screaming Wolf citato nella firma dell'aitante animalista, teoricamente autore del libro estremista del movimento animalista "dichiarazione di guerra", è attualmente considerato un personaggio fittizio frutto della politica sporca contro gli ARA negli USA, al pari della strategia della menzogna utilizzata da David Duke, leader del Ku Klux Clan, che a suo tempo scrisse libri di pessimo gusto spacciandoli per testi della cultura africana allo scopo di implementare l'odio razziale. Potrei mai farmi rappresentare nelle mie convinzioni, da qualcuno che si identifica con il messaggio di questo pazzo? Per maggiori informazioni vi consiglio la lettura di Gabbie Vuote, di Tom Regan, un animalista veramente degno di questo nome.