lunedì 6 maggio 2013

Pesci grandi e pesci piccoli

Mia madre mi ha raccontato che Sabato ha salvato un pesce rosso.
Stava guardando fuori dalla finestra di casa sua e all'improvviso ha visto una Cornacchia lanciarsi in picchiata nella fontanella del cortile del condominio accanto, prendere in bocca questo povero Pesciolino per poi farlo cadere per terra, poco distante da lì. Il pesciolino si dimenava con l'infinita sofferenza di chi non respira più e sta per morire e mia madre, angosciatissima, era in pena per lui ma non poteva fare nulla, perchè non essendo il suo palazzo, non possedeva le chiavi del portone per accedere al cortile.
Per fortuna in quel momento è entrata una signora e mia madre le ha gridato, dal secondo piano: "Signora! Signora! Il pesciolino rosso! Il pesciolino rosso! Una Cornacchia l'ha buttato fuori dalla fontanella! È lì! È lì!"
La Signora si è allarmata, ma non doveva essere essere armata di un coraggio da leoni e così ha detto: "Non so...sembra morto!" ma la determinazione di mia madre l'ha convinta a farsi coraggio: "NO! NO! LEI LO BUTTI DENTRO LO STESSO, MAGARI SI RIPRENDE!" Così la signora ha vinto il senso d'impressione, ha preso con due dita il pesciolino e l'ha ributtato in acqua.
"È VIVO! È VIVO!" ha gridato subito a mia madre e infatti così era, il Pesciolino Rosso si è salvato, grazie solo all'empatia di una persona che non ha potuto fare a meno di rilevare la sofferenza di un piccolo essere vivente indifeso e che ha lanciato empatia a due piani sottostante ad un'altra persona che l'ha presa al volo, magari anche suo malgrado.
Questa storia per me è di una tenerezza infinita e l'ho portata con me come se fossi stata presente alla scena.

La stessa sera ero in una focacceria di Roma con Dario e, per rendere la mia cena un po' più consistente, ho ordinato due fiori di zucca impanati.
Non lo sapevo, ma erano fatti con le Alici e un boccone mi è finito in gola.
Non muore nessuno, non ho fatto scenate e non ho sputato nel fazzoletto, ma ho pensato che il Fiore di Zucca è già molto buono così che non servirebbe proprio usare il corpicino di un essere vivente per renderlo appetibile e ho pensato a quell'altro pesciolino, molto più fortunato della povera Alice. Nessuno ha pensato a lei...
C'è speranza, però, nel mostrare la sofferenza della morte proprio per quella che è: un'agonia, di fronte alla cui vista nessuno rimane impassibile.
Miliardi (non è un errore di battitura) di animali non umani ogni anno vengono fatti nascere per l'unico scopo di essere ammazzati e nessuno si sente coinvolto, ma basta assistere direttamente alla sofferenza per divenire partecipi e solidali.
Si deve andare oltre all'apparenza, oltre all'abito, oltre al corpo: a ogni pesce e a ogni essere vivente di questa terra deve essere restituita la dignità che merita ciascun animale, in quanto dotato della capacità di provare emozioni, tra cui quella, universalmente terribile, del dolore.

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