sabato 8 giugno 2013

La disonestà della gola

Sono una vegetariana per scelta etica che non riesce a trasmettere a voce la propria gioia. Scrivo sul mio blog e mi sento abbastanza libera ma faccia a faccia con qualcuno mi blocco, temo di non spiegarmi bene e di essere controproducente per la mia stessa causa. La mia paura è proporzionale a quanto ho a cuore il mio credo e va a finire che mi irrigidisco, cerco di far cadere il discorso e passo un messaggio di insicurezza.
Me ne dispiace, sto riflettendo molto al riguardo.

Con i bambini, però, mi sento libera! E non è tanto perchè i bambini non si concedono deroghe o eccezioni moral,  ma perchè sono ancora immersi nella meravigliosa sensazione di essere amati ed aiutati ad essere sempre più felici e, nello stesso tempo, riconoscono negli occhi degli altri animali non umani quelli di qualcuno di molto simile a loro. Così, questa empatia li porta a desiderare per gli altri abitanti della terra pace e serenità come quella che amano e desiderano per se stessi e questa sensazione così nitida fa pensare loro come naturali e necessari la libertà e il rispetto che gli antispecisti adulti sono costretti a chiedere con fatica e difficoltà.

E così ogni tanto respiro e trovo chi capisce al volo.
Siamo in classe e stiamo parlando di animali.
Faccio vedere le foto con lo smartphone perchè così anche i piccolini che sanno poco italiano capiscono a chi ci stiamo riferendo.
Eccoci alla Giraffa: ho una foto in memoria di una mamma che bacia sulla testa il suo giraffino.
Reda mi chiede se l'ho scattata proprio io.
Allora gli dico che per fortuna non l'ho scattata io, perchè in natura le Giraffe non abitano in Italia e se avessi fatto io la foto avrebbe significato che quella giraffa era in un circo, in uno zoo, o in un cosiddetto "parco faunistico". Dove gli animali non sono liberi, ma in gabbie più o meno grandi e che non sono felici, perchè nessuno è felice quando qualcuno decide per lui dove deve stare, quanto deve mangiare e cosa deve fare. Che nessuno dovrebbe andare in questi posti dove gli animali sono infelici ma dire: "Aspetterò di essere grande e allora farò un lungo viaggio e andrò in Africa e vedrò gli animali che mi piacciono liberi e felici!" (Così, intanto, mettiamo un mattoncino per iniziare a coltivare qualche sogno grande).
Nessuno ha detto "Però li voglio vedere e visto che posso lo faccio comunque" e badate che i  bambini sanno obiettare benissimo quando credono ci sia ragione per farlo.
Per loro era chiaramente logico quel che stavo dicendo.
Amela, una bambina molto sensibile, mi ha detto, allarmata: "Maestra! Dietro alla giraffa ho visto del legno come se fossero dentro una baracca! Vuol dire che non sono in libertà!".
Piccoli e saggi...

Ci sono andata con i piedi di piombo con le mie battaglie quest'anno, ma parlare di animali è frequente con i bambini, hanno tutto il loro amore e la loro simpatia e quando si mangia insieme è normale chiedersi perchè la maestra ha il pasto diverso.
In nove mesi di scuola è successo spesso, (con i bimbi di terza, i piccini sono ancora troppo piccini) che i miei alunni mi facessero parlare al riguardo e ho trovato tanto ascolto, abbastanza partecipazione, qualche terreno molto fertile che produrrà tesori e, cosa più importante, pochissime obiezioni, nessuna delle quali fasulla.
Nessuno ha cercato di convincermi/si che è Normale, Naturale, Necessario mangiare gli altri animali dopo averli uccisi, nessuno ha detto che siamo Esseri Superiori o che sicuramente se si mangia carne un perchè ci sarà e non spetta a noi cambiare le cose.
Chi ha avuto da ridire, molto onestamente ha detto: "Ma la carne mi piace così tanto!"
Questa è onestà intellettuale e se gli adulti non fossero così interessati a cercare per se stessi un'attenuante, nessuno potrebbe continuare a mangiare animali uccisi senza dire che il primo motivo per cui lo fa è perchè gli piace e non ha intenzione di anteporre un'ideale faticoso alla sua gola.
Sarebbe orribile, ma almeno sarebbe un'orribile verità.
È grave e dannosa l'incapacità di molti individui di separare l'alimentazione dal fattore mentale, non possiamo farci dominare dalle papille gustative, è folle! Spegnamo l'intelletto, la ragione, la morale per il sapore di qualcosa al quale abbiamo legato un senso di benessere che non abbiamo mai saputo trovare o concederci altrove.
Almeno, però, siamo nel campo del cosciente e del vero e non della razio-filo-politicalballa!
Nessuno dei miei bambini ha mai provato a convincermi che mi sbaglio quando dico che gli animali soffrono rinchiusi, obbligati, uccisi e che la loro sofferenza ha già in sè l'unica, necessaria spiegazione per porre termine a questo abominio:
ad ogni animale importa di sè, della propria sofferenza e del proprio dolore fisico e spirituale, proprio come all'uomo.

E ora guardate qui.

http://www.youtube.com/watch?v=HvlCE-yz5hc&feature=youtube_gdata_player

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