venerdì 7 giugno 2013

Storia delle mie storie

Oggi è finita la scuola.
Io credo che i miei bambini di prima siano stati bene.
Ho chiesto loro cosa gli sia piaciuto di più e in molti mi hanno detto: le storie che abbiamo letto e raccontato.
Per me è motivo di grande orgoglio, perchè ne ho avuto una, piccola o grande, vera o finta che sia stata, ogni giorno e per qualsiasi cosa.
Forse è il mio modo, la mia chiave.
Chi lo sà.

N.b. Il titolo di questo post è anche, prima e soprattutto il titolo del libro in cui Bianca Pitzorno racconta le vicende che hanno dato origine ai suoi romanzi, che sono stati la linfa vitale della mia infanzia e, secondo me, mi hanno cambiato il DNA.

P.s. L'immagine che accompagna questo post è un disegno che un mio piccolino, penso Omar, ha fatto della mia Alter Ego di parole e fantasia, alias Maestra Palmina.
La Maestra Palmina è affettuosa e distratta, promette ai suoi bambini di insegnare loro a contare ma poi sbatte la testa cadendo perchè ha le scarpe slacciate e da quel momento la vita a scuola non è più la stessa. :-)
Non vi rivelo nient'altro, mi piacerebbe tanto scriverla, questa, storia. :-)

A tutti, ma proprio tutti, maestri e bambini, auguro di passare una splendida estate e mi piacerebbe chiudere, in quest'anno che mi ha regalato l'idea di scrivere questo blog, con una bella frase di Pachi, detta ieri mentre insieme, tutti seduti vicini vicini, leggevamo l'ultima delle fiabe del libro che ho preso apposta per loro.

Eravamo tutti nella casa del troll, ammaliati dall'oro e l'argento in ogni dove e preoccupati per la sorte della nostra Gallinella Rossa che nostra madre ci aveva implorato di venire a cercare.
D'un tratto, brutto, bavoso, moccoloso, gobbo, dalla porta della caverna entra il troll.
Pachi alza gli occhi e intensamente dice:
Me lo sto immaginando.

Decisamente, io lavoro per momenti come questo.

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