domenica 17 marzo 2013

Lenta e dilatata.

Non riesco più ad essere veloce.
Non capisco.
Ho già accennato al fatto che purtroppo non sto bene fisicamente, ma tutto sommato può essere che io non stia davvero peggio del solito, ma sia solo più orientata verso i miei problemi, ora che qualcuno mi ha convinta a provare di nuovo a dare una spiegazione a quello che succede nel mio corpo e quindi, in ultimo, forse, ad addolcirlo...può essere e comunque non credo che la risposta sia qui...non mi piacerebbe neanche, sarebbe poco romantico. :-)
È una lentezza della mente la mia,  che mi obbliga a dilatare e a far durare alcuni spazi che mi prendo per un tempo più denso, lungo e vissuto di quanto facessi prima...non so come altro spiegarlo...
La risposta può essere: "sei adulta"? Dio, ti prego, no...peggio dell'altra!
Però, al pari dei "Grandi", di cui ormai ho capito di essere giunta a far parte, nella mia giornata faccio meno cose, che hanno una maggior durata.
Il lavoro, chiaramente, prima di tutto, ma su quello non ho potere.
Sono piccole cose a cui mi riferisco...
Non riesco a fare colazione, bere il caffè, fare merenda nei miei soliti tempi...inzuppo il biscotto e lo sgranocchio piano...mescolo il caffè per cinque minuti...e magari non avrei tempo, magari sarei di corsa, magari ho anche degli appuntamenti di lavoro improrogabili, ma dal cervello non parte più l'impulso per i nervi.
E percepisco chiaramente che il Capo, lì sopra, non ha nessuna intenzione di dare ordini a chi sarebbe costretto a obbedirgli all'istante!
Mi viene in mente che quando ero piccola, a letto, (ho sempre faticato ad addormentarmi, potevo stare sveglia anche due ore, con tempi medi di una) mettevo alla prova la mia mente, cercando di capire se, quando e come avessi il pieno controllo su essa. Ora sarebbe impossibile. Sono totalmente in balia di non so quale parte della mia mente, che non mi dà nemmeno la possibilità di provare a darmi dei tempi diversi da quelli che mi prendo.
Da una parte questa dinamica mi stuzzica, dall'altra mi preoccupa le strade su cui potrebbe condurmi.
Non guardo più la tv, trascino i libri per mesi, passo ore a pensare a nonsisabenecosa e nel frattempo non mi fermo mai, vado a lavoro, mi preparo per il concorso per gli insegnanti, studio danza, scrivo un blog, imparo a ricamare, sistemo Villa Lullina...faccio molto più di quanto facciano un sacco di persone e mi viene anche detto!
Perciò, forse, sto solo evolvendo e cambiando pelle per quanto riguarda cosa fare dei miei giorni...
Non so, non so...
Da quest'estate molte cose sono cambiate, già l'anno scorso, per la verità, quando sono andata via di casa; da allora, infatti, è iniziato per me un processo di emancipazione, in primo luogo dalla pervasività di mia madre su tutta la mia vita e ho iniziato ad ascoltarmi e a scoprire che sono una persona che ha molti interessi, meno paura di quanto credesse, molta tranquillità.
Ma c'era un nodo da sciogliere che mi ancorava a terra come una zavorra e non mi permetteva di liberarmi...improvvisamente, grazie a me (non solo) e ad una forza che non credevo di avere, questo nodo si è sciolto, questa relazione si è spezzata nelle sue corde più strette (in tante, devo dire) e da quel momento è stato tutto come un effetto domino...sono meno legata a tutti, sono più libera e quindi più sola, ma di un "solo felice"!
E, nel contempo, è apparsa questa sorta di indolenzimento mentale per cui mi trovo a dire cose senza che siano filtrate dall'organo di controllo della sala stampa del Grande Capo, non mi faccio viva con persone che sicuramente me lo faranno pesare e me ne infischio e so che non mi importerà neppure, non riesco a dire al mio corpo di fare cose che non voglio fare...insomma, dall'avere un rigido controllo di me stessa, in molte cose ora sono tornata alla spontaneità che forse un tempo è stata mia, solo per il fatto di essere stata una bambina...sono più antipatica, più distaccata, più inguaiata per i miei ritardi e molto, molto, molto più libera.
Da i miei pensieri di questo periodo mi sorge spesso, in testa, una domanda: sono cresciuta pensando che essere socievole, remissiva, paziente fossero doti da perseguire...essere ciò di cui gli altri avevano bisogno...e ora mi ritrovo a distanziarmi sempre di più da questo modello...dove si colloca, allora, il confine tra come puoi essere e come vuoi essere?
E chi lo sa...!

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