domenica 31 marzo 2013

La seconda scelta che mi ha cambiato la vita.

La danza ha portato alla mia vita una vitalità, una forza e una gioia che non ho mai conosciuto prima.
Per tutta la mia infanzia ed adolescenza non ho mai avuto occasione nè stimolo per buttarmi in uno sport e meno che mai avrei pensato che potesse piacermi ballare.
Quando poi ho iniziato a sentire un certo richiamo verso quella direzione avevo ormai ventanni abbondanti (magari! A quest'ora potrei dire di ballare da ben sette anni! Per la precisione sono, invece, solo tre!) e credevo di essere ridicola anche solo a pensare di potermi presentare...ma era solo perchè i miei presupposti di partenza erano sbagliati. Non riuscivo a pensare di slegare la danza dalla dimensione performativa.
Fortunatamente, il mio desiderio corporeo e l'esempio di una mia amica che, mia coetanea, si era appena iscritta a danza classica, ebbero la meglio e io mi iscrissi a danza del ventre, le cui sonorità mi sembravano più vicine a me di tanta musica occidentale e aveva anche il vantaggio di essere una danza "più adulta".
Oh, che meraviglia...!
Che meraviglioso viaggio sto mai compiendo: questo mio grande piacere che è alle volte dolore e che non desidero abbandonare più!
Quando ballo è come se parlassi tacendo: le posture che prendo, i modi in cui mi muovo...tutto parla e sono sicura che dica anche qualcosa di sensato...son sicura che parli di me, dei miei blocchi e delle mie potenzialità...del mio vissuto; ma la cosa veramente meravigliosa è potersi abbandonare a questo linguaggio senza la pretesa di capirne più di tanto i contenuti, ma concentrandosi sulla bellezza e sulla poesia del movimento in sè, come quando si prova piacere ad ascoltare una lingua straniera, seppur incompresa.
La danza è il tempo del mio corpo e Dio solo sa mi è indispensabile concedermi questo tempo!
Non sono una persona che ha sperimentato una crescita psicofisica armoniosa: tutto il contrario, anzi.
Mi hanno educata col mito della donna "tutta spirito ed intelletto", nel cui percorso non c'è stato tempo nè spazio per fare amicizia col mio corpo. Ho imparato a viverlo come un peso, da inibire e ripudiare e il danno è stato tale che ora ne subisco grandi conseguenze, come l'incapacità di concedergli una totale distensione ed accoglierne le sensazioni più intense.
La diseducazione corporea che ho vissuto è stata tanto globale e duratura che andrebbe fatta oggetto di un intervento terapeutico (è nella lista di cose da fare, se riuscissi a tirarmi via i problemi organici, che non saranno più gravi ma sono certo più invalidanti nella vita di tutti i giorni) e, mentre aspetto di potermici dedicare, la danza si prende quegli spazi in cui poter finalmente gridare "Eccomi! Non rifiuto il mio corpo! Non sopprimo il mio corpo per la causa persa di essere un'intellettuale di 'sto cazzo!"
Io sono una persona e in quanto tale il mio corpo è il primo e fondamentale modo in cui esperire e conoscere il mondo.
La danza rimette in gioco le esperienze della giornata, con le relative tensioni e preoccupazioni: balli e torni a casa più distesa.
Ma non è solo perchè ti distrai, è perchè il corpo media i pensieri della mente e li ributta fuori in energia. Ballare è liberatorio, è purificante e dà un'interpretazione complementare di ciò che ci accade.

Sapete: il famoso paradigma cartesiano "Cogito ergo sum" non vale niente, è stato totalmente ribaltato dalle scoperte scientifiche che dimostrano che, alla base del pensiero formale e dell'apprendimento, c'è l'esperienza corporea e che nulla può essere esperito e appreso senza che passi dal corpo e che non può valare il procedimento contrario...in poche parole, la verità è che sono qualcuno solo se prima me lo sento in tutto il corpo, "sento, quindi sono" ed è un'informazione sul nostro modo di vivere la realtà che non dovremmo dimenticare mai.
Ci sono un'infinità di piccole e grandi sofferenze, disturbi psicologici e ansie legati ad una disarmonica e deficitaria relazione tra corpo e mente...si possono vivere, io credo, intere vite di muta disperazione senza che si abbia anche solo il sospetto che il problema sia che ci siamo dimenticati del corpo, ma ora come ora, adesso che so cosa si prova a liberare il corpo e permettergli di fare ciò per cui ci è stato dato - mediare il mondo e limitare la nostra sovrastimata mente - la sola idea mi fa sentire disperata.
Prendersi un'ora per danzare vuol dire fare l'amore con se stesse.

N.b. Quando è stato il momento di caricare l'immagine del mio amatissimo Eyvind, pittore dell'anima mia, non c'è stato verso di riuscire a modificare la miniatura in modo che si vedesse anche la faccia della donna ritratta...ma...al diavolo! Questo è un post sul corpo! È bandita la testa da qui! :-)

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