venerdì 22 febbraio 2013

Chi vuole fare il Capo?

Quindici piccoli nasi di sei anni all'insù. Qualcuno torna ai suoi giochi e alle sue faccende dopo pochi istanti, altri vengono a domandare spiegazioni, qualcuno rimane interdetto ad osservare la scena, con il faccino preoccupato. Pasquale, affettuosamente soprannominato Pachi, si immobilizza a pochi passi di distanza, il viso veramente triste e sofferente.
" Pachi, cosa c'è? Ti disapiace per il nostro bel trenino? "
Cenno silenzioso di assenso. Anche a me dispiace. Allora mi chino, me lo prendo vicino e gli parlo mentre gli accarezzo il pancino.
 " Non ti preoccupare. Giovedì quando torniamo rimettiamo tutto com'era fino a ieri. Neanche una settimana e torna tutto come prima! "

Ma ci ho tenuto a spendere qualche minuto per raccontare cosa succede, domani, di così tanto importante, da giustificare di derubarci così di quello che rendeva un'aula anonima e piouttosto sporca e bruttina, nella nostra classe. Siamo l'ultima ruota del carro? Concedo il punto di domanda, perchè non so quali siano tutte le motivazioni che stanno dietro alla scelta delle scuole come sede elettorale, ma penso che, se si usassero spazi come la palestra, la mensa, la sala medica, l'aula video, l'aula docenti...si potrebbero continuare ad utilizzare come seggi le scuole, senza costringerci a fare un gesto che, per come l'ho vissuto io, grida proprio che siamo sempre gli ultimi tra gli ultimi.
 Ogni disegno staccato, ogni quaderno, libro, materiale messo via, è una dichiarazione di sottomissione ad un sistema che ci ignora e solo in apparenza ci tutela.  
" Ma le maestre sono sempre a casa! E le vacanze di Carnevale...e le elezioni...non è giusto! Tralasciando il fatto che, se una fa la maestra, vorrebbe anche starci con i bambini e non è così automatico gioire per il fatto di essere a casa, io mi chiedo quale altra categoria accetterebbe di spostare, togliere, eliminare tutto quanto prodotto con la propria opera, per fare largo alle cabine elettorali e alla loro presunta imparzialità.
Boh, forse sono io che l'ho presa troppo male, ma quando sono entrata e la nostra classe era tornata bianca, spoglia, con quel deprimente intonaco bianco sporco che aveva a Settembre, ho pensato che, veramente, se si chiede alle insegnanti di fare questo, vuol dire che non si è capito niente di cosa si costruisce, nel tempo, con i bambini. E quando i piccoli sono rientrati dal bagno e mi hanno trovata a togliere il trenino gigante con la scritta "Si parte!", dove avevamo appeso tutte le loro foto e che avevano trovato già in classe il primo giorno di prima elementare, mi sono sentita veramente vittima di una grande ingiustizia. Privata di un pezzettino della dignità che c'è nel mio lavoro.
Tutti i bambini erano allarmati:
 " Ma perchè? "
" Ma rimetteremo i disegni? "
 " Ma ci sono ancora io? "
" Ma non si rovineranno le nostre cose? "
" Ma poi torniamo a scuola? "

 Con la collega di religione, piuttosto sarcasticamente, abbiamo dovuto constatare che, in effetti, il nostro bel treno di cartoncino e la sua scritta, erano un chiaro inneggiare a dare il voto ad un partito che sostenga la Tratta ad Alta Velocità...
Davanti ad uno scempio simile, era d'obbligo spiegare ai bambini cosa sono le votazioni e perchè sono così importanti da giustificare che qualcuno abiti la nostra classe quando noi non ci siamo. E così ci ho provato, avendo cura di usare parole che anche i piccoli stranieri conoscano (anche se per Natchaya, la mia thailandesina, non c'era possibilità di capire, conosce ancora troppe poche parole).

 Ecco cosa ne è saltato fuori.
" In tutta l'Italia c'è un capo e questo capo non ci piace per niente e così, le persone che abitano qua, hanno deciso di cambiarlo. Allora, un po'di persone hanno detto: "Vorrei farlo io" e ognuno di loro, per cercare di convincerci che è il più bravo a fare il capo, ci ha fatto delle promesse, come: " Se divento io il capo, dò a tutte le mamme e i papà un lavoro!". Un altro ha detto "Se divento io il capo, darò a tutte le famiglie più soldi!" e ora tutte le persone grandi che vivono qui devono venire nella nostra scuola o in altre con un un foglietto. Su questo foglietto ci sono le foto di tutti quelli che hanno detto che vogliono fare il capo. Con una matita si deve mettere una crocetta sulla faccia della persona che ci sembra più brava a fare il Capo. Come se qui in classe decidessimo che deve esserci un capo: Sara, Alessio, Antonio e Ikram vogliono tutti fare il capo. Nel nostro foglietto con le loro facce noi mettiamo una crocetta e poi si contano, chi ne ha di più vince e diventa il Capo. Visto che è importante che si scelga un Capo bravo, altrimenti succedono i disastri, le persone che verranno qua a mettere le crocette si chiuderanno in piccole casine grandi come armadi, per essere più concentrate, perchè non devono sbagliarsi e mettere la crocetta su un signore che non vorrebbero avere a comandare. Ma se poi si guardano un momento intorno, vedono i nostri bei disegni, il nostro trenino, le nostre foto...poi si sbagliano e se in tanti si sbagliano e fanno la croceta su un signore cattivo poi quello diventa Capo e succede un guaio! "
 Andate a votare, fatelo perchè è un dovere nei confronti di chi ha lottato per il nostro voto e quando sarete al vostro seggio, guardatevi un attimo intorno e posate gli occhi sulle pareti spoglie e tristi. A Febbraio inoltrato le classi non sono così, ve lo garantisco io da insegnante; sono il favore imposto che vi fanno centinaia di maestri, professori e bambini per permettervi di scegliere un Capo bravo...mi raccomando, non sprecate il nostro piccolo, grande sacrificio!

 

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