lunedì 21 gennaio 2013

L'albero della vita

Tempo di alberi genealogici nelle terze. Chiaramente, per gli obiettivi di ambito della lingua inglese, imparare a costruirne uno non è nemmeno al centesimo posto nella lista delle priorità, ma io li ho sempre trovati belli e divertenti e così, su, dai, mentre impariamo il lessico della famiglia, mettiamocelo dentro!
Venerdì avviso i bambini, ma mi dimentico che Giorgia vive la famiglia in modo sofferto, come mi ha raccontato spontaneamente un giorno in giardino.
"Sai maestra che io ho un fratello in Equador? Che poi io non l'ho molto capita questa storia perchè lui è figlio della mia mamma ma ha un papà...io invece non ce l'ho un papà, mia mamma dice che ce l'ho ma penso che lo dice solo per farmi star su perchè io in realtà non ce l'ho un papà." Ricordo di aver risposto qualcosa a proposito del fatto che magari ora la mamma e il papà non si vedono più ma che sicuramente anche lei ha un papà ma potevo stare zitta che sarebbe stato uguale. È peggio pensare di non avere un papà o di averne uno che ci ha dimenticati?
Per fortuna nel weekend me ne sono ricordata e sono arrivata in classe preparata, ma ormai la frittata era stata fatta, chissà quanto ci avrà pensato nel weekend... Anzi, conoscendo Giorgia, chissà quante energie avrà speso per cercare di non pensarci e fingere che non le importi, quando in realtà è arrabbiata marcia col mondo per questa assenza! Molti altri bambini sono figli a metà, ma c'è chi fa spallucce e c'è chi ci muore.
Un'oretta di lavoro dopo, la pittoresca originalità della composizione familiare dei miei bambini ha generato le più curiose specie botaniche mai viste: pochi gli alberi tradizionali con un unico tronco e molti rami aperti a ventaglio, molti di più gli alberi piegati dal vento che si sviluppano da un solo lato, un albero completo di radici (grazie a Gennaro e al suo essere già zio), e persino un innesto! Quello di Giorgia, che, ottenuto il permesso, ha sostituito il papà fantasma con uno zio di carne ed ossa.
Prima di farlo mi ha chiesto il permesso ma figurati, a me va benissimo! Ciò che conta, alla fine, è prendere l'amore che ci serve da qualcuno disposto a darcelo...e imparare i vocaboli di inglese, naturalmente, che il 4 Febbraio c'è la verifica! :-)

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